Stefano Cattinelli

Scoprire il linguaggio del cane e del gatto che vive con noi ora si può!

Non bisogna avere delle doti particolari, non bisogna essere né veggenti né esperti in comportamento; non bisogna essere laureati.
Semplicemente bisogna osservare.
Bisogna avere la capacità di osservare, non di guardare; sono due cose diverse,
Guardare è solo rivolgere lo sguardo, osservare è fermare lo sguardo prendendo i particolari con attenzione.
L’intenzione che porta l’osservazione, cioè l’attenzione, ci permette di “entrare” nel mondo animale.
La forza dello sguardo che è in grado di penetrare la realtà è il presupposto per capire il linguaggio degli animali.
E tutti possono sviluppare un tipo di sguardo che non guarda ma osserva.
Facciamo un esempio.

Il mio cane quando vado in macchina si innervosisce e passa il tempo ad abbaiare.

Questo è guardare.
Osservare invece è:

Il mio cane, quando sale in macchina, si innervosisce a causa della rapidità delle immagini che gli passano davanti guardando fuori dal finestrino e passa il tempo ad abbaiare.

Nell’osservazione si entra maggiormente nel dato oggettivo e nel particolare. Non si rimane in superficie ma si penetra nell’immagine e l’immagine acquista più spessore e maggiori dettagli.
Le immagini che gli passano davanti guardando fuori dal finestrino rappresentano il motivo per il quale il cane si innervosisce.
L’osservazione, fatta con attenzione, indaga, cerca, si intrufola nelle pieghe della realtà.
E’ una qualità umana ma anche canina.

Il mio cane, quando sale in macchina, si innervosisce ….. e passa il tempo ad abbaiare.

Anche qui bisognerebbe entrare maggiormente dentro questa immagine con l’osservazione anche perché questo è il linguaggio specifico dell’animale, è il suo mondo: è il mondo emozionale con il quale comunica ogni giorno con me e con il mondo esterno.
Come faccio ad osservare le sue emozioni?
Semplice: le riconosco perché appartengono anche a me.
Se osservo me stesso quando sono nervoso, quando mi innervosisco, riconosco in me una certa tensione interiore.
Questa tensione interiore la posso riconoscere come una specifica emozione.
Se osservo me stesso riconoscerò facilmente che questa tensione altro non è che rabbia.
E infatti, quando le cose non vanno per il verso giusto, all’interno di un susseguirsi di eventi in rapida successione, mi trovo spesso ad arrabbiarmi contro quella persona o quella cosa.

Il mio cane, quando sale in macchina, prova rabbia e passa il tempo a comunicare questa rabbia.

Questa è una osservazione reale perché a volte capita di vedere che questo stesso cane morde nervosamente la coperta o tende ad attaccare gli altri cani.
E adesso proviamo a mettere tutto insieme: l’osservazione di quello che capita all’animale e di quello che vive l’animale.

Il mio cane, quando sale in macchina, prova rabbia a causa della rapidità delle immagini che gli passano davanti guardando fuori dal finestrino e passa il tempo a comunicare questa rabbia.

Ecco come comunicano gli animali: attraverso immagini che contengono emozioni.
Ed ora che ho imparato a leggere il suo linguaggio posso farmi finalmente la domanda.

Che cosa mi vuoi dire?

Perché accade che quando le immagini che gli passano davanti in rapida sequenza gli creano rabbia?
La domanda che ho posto prima contiene però un punto essenziale.

Che cosa mi vuoi dire? Cioè quello che sta manifestano questo cane non lo sta manifestando a tutti ma solo a me perché è il mio cane.
Quello che cerca di comunicare è qualcosa che riguarda me e solo me.

Che cosa mi vuoi dire? Che cosa mi stai dicendo? Che cosa mi sai facendo vedere?
Mi stai facendo vedere che quando le immagini si ripetono troppo rapidamente questo ti crea una certa rabbia? Questo mi stai facendo vedere?

Per evitare che tu ti arrabbi dovrei rallentare, dovrei fare in modo che quello che ti crea rabbia cambi, che le immagini non si inseguano più così rapidamente e che tu ti possa rilassare.
Stiamo parlando della velocità della macchina?

No, davvero, stiamo parlando delle immagini che io vivo.
Quanto di quello che mi capita nella vita riesco a trattenere? A fermare per dargli il giusto valore?

O il tempo e le cose mi corrono via come la sabbia tra le dita?
Ecco, quella stessa qualità che ho imparato ad usare con lui ora la posso usare con me.
Osservo me stesso e riconosco che quello sono io e che se voglio portare quiete al mio cane devo io rallentare per primo.
Devo trovare una modalità di interagire con la vita che dia maggiore valore a quello che mi capita.

Devo imparare a starci dentro a quello che mi capita.
Devo rallentare fino a fermarmi per sentire quello che ogni evento mi muove dentro.

Questa è una prerogativa dell’anima.
Ecco perché gli animali si chiamano così (anima-li) e parlano direttamente a lei: alla mia anima.

Per approfondire puoi leggere il mio libro CHE COSA MI VUOI DIRE?
Puoi acquistarlo ora attraverso il mio sito

Dott. Stefano Cattinelli
Medico Veterinario esperto in omeopatia

www.stefefanocattinelli.it
www.armonieanimali.com

facebook: Stefano Cattinelli – Costellazioni Sistemico Famigliari per gli Anima-li