Stefano Cattinelli

Come aumentare il benessere dei “nostri” animali.

Tutti noi vogliamo che il “nostro” animale stia sempre bene (nostro tra virgolette perché gli animali non sono propriamente “nostri” ma ci vengono affidati dal Creatore affinché ne prendiamo cura).

Tutti noi vogliamo, e speriamo, che lui viva sempre una vita piacevole e che sperimenti livelli sempre più alti di benessere.

Il benessere animale, però, anche quando parliamo solamente di cani e di gatti, è una faccenda complessa; o meglio piuttosto articolata, essendo l’animale un essere che possiede una sua fisiologia, una sua etologia, inserita in un ambiente, quello umano, che è ancora più complesso.

Il benessere animale, propriamente detto è dunque la somma di tutte quelle azioni, e attenzioni, che noi rivolgiamo verso di loro e che dovrebbero mantenere ed alimentare il bene del loro essere. (ben-essere).

Solo molto recentemente, a livello internazionale, (nel 2007 con il trattato di Lisbona) gli animali sono stati riconosciuti come essere senzienti. Chi si occupa di Antroposofia sa che il fatto che gli animali si chiamino proprio animali deriva da fatto che in loro è presente una componente essenziale della loro esperienza su questa Terra che Steiner definisce anima senziente.

Sono dunque esseri che possiedono uno strumento utile per vivere interiormente, attraverso l’esperienza del “sentire”, quello che capita a loro nella relazione con il mondo esterno.

Questa loro peculiarità ce li fa rendere ancora più vicini a noi perché in loro riconosciamo la possibilità di sperimentare un mondo emozionale simile al nostro.

Paura, gioia, tristezza, sorpresa e rabbia sono le 5 emozioni di base che sperimentano anche loro.

Ma torniamo al discorso del ben-essere.

Le emozioni sono parte integrante dell’esperienza animale.
Quando ci riferiamo ai cani e ai gatti, possiamo facilmente vedere che questa loro esperienza emozionale è intrinsecamente ed inevitabilmente collegata al nostro mondo emozionale; noi siamo i loro punti di riferimento, coloro ai quali questi animali dedicano la loro intera esistenza e dunque siamo quelli da seguire e da imitare.

Le nostre emozioni sono parte del loro mondo proprio perché lo strumento che usano per muoversi nel mondo, nel nostro mondo, è quello del “sentire” e quindi è ovvio che sentiranno le nostre emozioni.

Sentono le emozioni che esprimiamo e anche quelle che vorremmo esprimere ma che non abbiamo il coraggio di farlo.

Un giorno una donna, durante un seminario mi racconta che, per la prima volta, era riuscita ad affrontare il marito e a dirgli quello che pensava.

Il risultato immediato fu che i suoi gatti iniziarono a dormire insieme “cosa davvero strana perché in 10 anni non l’avevano mai fatto” mi racconta la donna.

Se è vero che gli animali sentono il nostro mondo interiore è anche vero che attraverso il loro comportamento, il loro modo di muoversi nel mondo, con noi, in casa e fuori, riproducono quello che emozionalmente vivono, soprattutto se questo vissuto rappresenta, per la persona, un punto di svolta importante da attraversare e da superare.

Allo stesso modo in cui loro mettono in scena una tematica che ci riguarda, smetteranno di farlo dal momento in cui noi ci riappropriamo di quello che è nostro, lo trasformiamo e iniziamo a vivere seguendo nuovi modelli.

Noi siamo gli artefici del loro ben-essere.

Un ben-essere che non è solo fisiologico, etologico e ambientale/logistico ma anche animco-spirituale.

La psicosomatica ce lo insegna: prima viene il conflitto emozionale e solo successivamente la malattia fisica.

Uno dei due gatti, dopo che aveva iniziato a dormire insieme all’altro gatto iniziò a migliorare dalla malattia che affliggeva la sua pelle da lungo tempo. Fino a guarire del tutto parecchi mesi dopo.

Il ben-essere degli animali passa sempre e comunque attraverso il nostro ben-essere.

Dott. Stefano Cattinelli
Medico Veterinario esperto in omeopatia

www.stefefanocattinelli.it
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